Visite pastorali (1461 agosto 4 - 1935)
49 unità archivistiche di primo livello collegateSerie
Consistenza archivistica: Unità 49: bb.
La serie è sostanzialmente completa a partire dalla visita del patriarca Giovanni Trevisan (1560−1590), prima visita post−tridentina; il materiale precedente, raccolto in un'unica busta, riguarda visite di sei diversi patriarchi ed è largamente frammentario.
Tuttavia anche alcune visite post−tridentine, in particolare due della seconda metà del sec. XVIII (Bragadin e Giovannelli), per la loro scarsa consistenza lasciano supporre la dispersione di parte del materiale documentario.
Parimenti indice di una probabile incompletezza del materiale di alcune visite potrebbe essere l'assenza degli atti relativi alla visita alla chiesa cattedrale.
L'unica lacuna consistente riguarda gli atti della visita pastorale del cardinale Sarto, che, inviati a Roma per la causa di canonizzazione, non fecero più ritorno a Venezia.
Peculiarità della serie è la disomogeneità delle tipologie di unità archivistica (registri, filze, fascicoli) e i diversi criteri di registrazione del materiale all'interno delle singole unità: se infatti nella maggior parte dei casi ogni unità contiene la documentazione relativa alle visite di un patriarca, si riscontrano anche due casi di filze che contengono le visite di più patriarchi a una singola parrocchia.
Inoltre, all'interno di ciascuna unità il materiale può essere distribuito in fascicoli per parrocchie, e in tal caso il materiale è disposto in ordine cronologico o alfabetico per intitolazione di parrocchia, oppure possono essere registrati in rigida successione cronologica tutti gli atti posti in essere per l'intera visita pastorale.
Tale situazione di difformità sortisce non solo dai diversi criteri adottati dai singoli cancellieri o notai patriarcali nel registrare o raccogliere gli atti, ma anche dai successivi tentativi di ordinamento del materiale, nessuno dei quali giunto a termine.
Infatti, in origine le visite erano probabilmente conservate in fascicoli relativi a ciascuna parrocchia, come attesta la visita alla Cancelleria patriarcale compiuta nel 1639 d'ordine del patriarca Federico Corner, quando in un armadio nuovo «cum partitionibus signatis per alphabetum» il visitatore vede «scripturas diversarum ecclesiarum parochialium, videlicet catastica, libros computorum et aliarium iurium ad ipsas ecclesias spectantium, necnon visitationes ipsarum ecclesiarum».
Alla metà del Settecento tale ordinamento venne mutato, quasi certamente ad opera di G. B. Scomparin, archivista della Cancelleria durante il patriarcato Bragadin.
Probabilmente in quella occasione buona parte dei documenti relativi alle visite di ciascun patriarca furono rilegati insieme, anche se per alcuni pezzi questa operazione pare essere stata effettuata già in precedenza.
Tuttavia gran parte del materiale relativo alla diocesi foranea rimase escluso da tale operazione e risulta pertanto tuttora suddiviso in fascicoli, alcuni dei quali ancora provvisti della loro camicia originale.
Sono comunque certamente dovuti all'ordinatore settecentesco, con poche eccezioni, tutti i repertori che servono le buste e le filze dalle prime visite alla visita Foscari.
L'opera di repertoriazione fu proseguita da un successivo ordinatore, forse un notaio attivo durante i patriarcati Giovannelli e Flangini, come si deduce dall'identità della grafia tra repertori e alcuni atti visitali prodotti durante questi patriarcati.
Successivamente i materiali rimasero quasi sempre divisi in fascicoli privi di legatura e di repertori.
Sfuggirono però alla 'normalizzazione' settecentesca due filze di documenti relativi alle chiese parrocchiali veneziane di Sant'Angelo e di San Barnaba, la cui confezione precede tale ordinamento, dato che a una di esse si rinvia nel repertorio della visita Zane.
Tali filze possono configurarsi come l'esito di un primo tentativo, poi abbandonato, di organizzazione del materiale e non è escluso che, concludendosi entrambe le unità con documenti degli anni '20 del Seicento, immediatamente precedenti dunque la citata visita alla Cancelleria, esse siano il frutto di un tentativo di razionalizzazione del patriarcato Corner.
Del pari disomogenea è la tipologia documentaria presente tra le visite pastorali compiute da patriarchi diversi e tra le visite a ciascuna parrocchia in occasione della medesima tornata di visite, almeno fino alla fine del sec. XVIII.
Per le visite fino all'inizio del sec. XIX, si possono rinvenire in primo luogo i verbali della visita locale, reale e personale e i decreti emanati a conclusione della visita a ciascuna parrocchia, questi ultimi in genere non emessi «in pastorali visitatione» in quanto la visita personale per le parrocchie cittadine aveva luogo, di norma, per le visite post−tridentine, in Palazzo patriarcale.
Oltre a queste, tra le numerose e varie tipologie documentarie di possibile reperimento si ricordano, tra gli atti preparatori: decreto generale di indizione della visita, lettera di intimazione della visita a ciascuna parrocchia e «cedula preparandorum», cerimoniale della visita, questionario per la visita personale, calendario e itinerario della visita, corrispondenza con i parroci circa la visita imminente; tra gli atti di visita: inchieste e processi contro membri del clero; tra gli allegati prodotti in occasione della visita: inventari di beni mobili sia della chiesa che di proprietà delle scuole di devozione (soprattutto paramenti, vasi sacri, suppellettili, libri) e dell'archivio parrocchiale; elenchi di: clero, confratenite, levatrici, maestri di scuola, inconfessi, mansionerie, anniversari, obblighi di messe, indulgenze, oratori; stato patrimoniale della fabbrica e del capitolo; anagrafi parrocchiali; costituzioni; punti di testamento; autentiche di reliquie; corrispondenze, memorie e note.
La precedente elencazione vuole solo indicare di massima le più diffuse tipologie presenti, che variano sensibilmente nei diversi periodi.
Nei singoli casi è inoltre pressoché impossibile ritrovare tutta la documentazione esemplificata.
Per le visite otto e novecentesche, invece, l'introduzione della modulistica a stampa, in particolare del questionario per i parroci, rende generalmente più strutturata e uniforme la rilevazione delle informazioni precedentemente disperse in svariate carte presentate al momento della visita.
D'altro canto per questo periodo si moltiplica la corrispondenza, anche con l'autorità civile.
Le caratteristiche sopra esposte spiegano il diverso tenore descrittivo delle schede relative alle unità archivistica ove non sia stato possibile, per la peculiarità dei casi, uniformarsi al modello stabilito per tale serie.
Per il reperimento di materiale di corredo alle visite, quali soprattutto inventari ed elenchi, fino all'inizio del sec. XIX si rinvia anche alle serie «Inventari delle chiese di Venezia», «Costituzioni e consuetudini delle chiese di Venezia», «Catastici delle chiese di Venezia», «Status animarum» della Sezione antica dell'archivio della Curia patriarcale, serie che contengono documenti prodotti anche in occasione di visite pastorali.
La serie continua oltre il 1935 con altre 7 buste.
Alcune buste (1−3, 7, 8 e 22) sono state descritte con un ampio grado di analiticità.
Codici identificativi:
- Z85500 / 0110 010 400 --- --- -- (Arcana)
Compilatori
- Prima redazione: Benussi Paola - Data intervento: 20 maggio 1996
Link risorsa: https://archivista-icar.cultura.gov.it/fonds/21314