Comune di Montottone ( 1523 - l’estremo cronologico è relativo alla documentazione conservata in archivio )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente pubblico territoriale

Condizione: pubblico

Sede: Montottone (Fermo)

Profilo storico / Biografia

Castello sorto forse verso il X secolo, sino al secolo XV compare in diversi documenti come Mons Actonis. Una delle menzioni più antiche di Montottone compare in un breve di papa Celestino III, datato 1191, nel quale si ribadivano i diritti dei monaci benedettini di San Clemente al Laterano su diverse terre e castelli dell’Italia centrale, fra i quali il Castrum Montis Actonis, i benedettini esercitarono sul territorio il mero e misto imperio che in seguito cedettero ai vescovi fermani.
Come risulta dal Codex Diplomaticus 1221 il Patriarca di Aquileia cedette a Pietro IV, vescovo fermano, il castello di Montottone in feudo. Nel 1397 i montottonesi si ribellarono contro la Città di Fermo; nel 1405 passarono sotto il dominio di Ludovico Migliorati da Sulmona e nel 1415 vennero assediati dal Malatesta di Cesena. Dopo la morte del Migliorati si assoggettarono al Rettore della Marca e nel 1433 il dominio passò a Francesco Sforza.
Nel 1537 Pier Luigi Farnese, figlio naturale di papa Paolo III, tolto il governo alla ribelle Fermo, costituiva a Montottone lo Stato ecclesiastico in Agro Piceno sotto il governo del cardinale Ranuccio Farnese. In esso si riunirono tutti i castelli soggetti a Fermo e il paese, per dieci anni, fu residenza dei governatori che si susseguirono. La supremazia su tutti i castelli vicini diede a Montottone lustro e benessere, testimoni dell’importante passato sono i resti delle poderose mura castellane. Scarsissima è la documentazione conservata in archivio per questo periodo.
Nel 1547 venne ristabilito il governo a Fermo, il quale tornò a tiranneggiare nei confronti dei castelli assoggettati. Nel 1567, contro il pagamento di alcune onerose dative alla città di Fermo, ed altre numerose ingiustizie subite, i montottonesi inviarono a Roma due ambasciatori, Virgilio Bertinelli ed Ercolano Ercolani; Papa Pio V nominò arbitro nella controversia sorta tra il Comune di Montottone e la Città di Fermo il vicario della Camera Apostolica di Macerata, Girolamo Melchiorri. Il processo si concluse con la decisione di sottrarre Montottone alla giurisdizione di Fermo ed affidarla direttamente a quella della Camera Apostolica. Il motuproprio di Pio V dato in Roma l’11 agosto 1570 motivava così la sua decisione contro i fermani: “a causa della non osservanza dei trattati e delle convenzioni, per il mal governo, le sevizie, le estorsioni, le imposte e tutto ciò che risulta dagli atti della causa”. Montottone dovette versare 2.200 scudi alla Camera Apostolica e un tributo annuo di dieci scudi da pagarsi il giorno di San Pietro alla Curia romana in segno di vassallaggio. In questo periodo Montottone fu retta da un commissario pontificio inviato da Roma.
Successivamente alla morte di Pio V, nel 1572, i fermani tornarono a far pressioni sul nuovo Pontefice affinché la ribelle Montottone gli fosse restituita. Nel 1575 con bolla di papa Gregorio XIII si ordinò la reintegrazione di Montottone alla città di Fermo; nella stessa bolla si stabiliva che i fermani dovevano pagare a Montottone i 2.200 ducati che avevano versato alla Camera Apostolica, la quale rinunziava ai dieci ducati annui che Montottone le doveva. Tornato Montottone sotto Fermo quale castello mediocre, vi rimase fino all’avvento del Regno d’Italia napoleonico.
Non essendosi conservati statuti della Comunità, per quest’epoca si può dedurre dai libri dei consigli come Montottone fosse retto da un podestà e da due o tre massari – nei libri dei consigli chiamati successivamente ed alternativamente “vicari”, “priori residenti” o semplicemente “residenti” – e avesse due consigli – uno generale e uno più ristretto detto di credenza – e un Parlamento.
Il podestà era eletto normalmente nei consigli generali, tranne nei periodi in cui era inviato da Fermo, aveva il ruolo di giudicare in merito alle cause civili, criminali e ai danni dati.
I massari, che esprimevano la rappresentanza politica della comunità, responsabili della sua gestione finanziaria, si rinnovavano ogni due mesi attraverso l’estrazione del bussolo ed erano scelti fra i cittadini in base al censo e al prestigio. Al termine del loro mandato i massari venivano sindacati da due o più consiglieri estratti a sorte.
I consiglieri, che risultano essere in numero variabile a seconda dei periodi, si dividevano in tre gradi: primo era il Consiglio di credenza, che decideva gli affari da discutersi nel più ampio consiglio generale. Il secondo denominato Pubblico consiglio o Pubblico e generale consiglio, principale organo assembleare con competenze deliberative; oltre a cittadini laici facevano parte del Consiglio generale anche dei deputati ecclesiastici. Il terzo era chiamato Parlamento, composto da tutti i capi di famiglia della comunità, si adunava soltanto in casi eccezionali quando si doveva deliberare su affari decisivi per il paese.
Durante il periodo del Regno d’Italia napoleonico Montottone fu un Comune di 3° classe, appartenente al Cantone 3° di Petritoli, Distretto 1° di Fermo, Dipartimento del Tronto.
Durante la Restaurazione, almeno dal 1817, Montottone era un Comunità soggetta al Governo distrettuale di Monterubbiano, Delegazione di Fermo e, per un breve periodo, probabilmente il solo 1818, a quanto risulta dalla tabella preventiva di quell’anno, ebbe come appodiato Grottazzolina; nel 1827 era una Podesteria soggetta al Governo di Fermo, distretto di Fermo, Delegazione di Fermo ed Ascoli; nel 1831 diviene libero Comune soggetto al Governo e Delegazione di Fermo.
Nelle sedute del Consiglio dal 8 marzo al 22 aprile 1849 il Comune di Montottone aderì alla Repubblica romana, Delegazione e Distretto di Fermo.
Dopo l’unità d’Italia Montottone fu inserito all’interno della Provincia di Ascoli Piceno, come Comune autonomo. Successivamente ha seguito le vicende istituzionali e amministrative di tutti i comuni italiani. Attualmente è Comune della Provincia di Fermo, istituita con legge 11 giugno 2004, n. 147, ed operativa dal 2009.

Complessi archivistici

Profili istituzionali

Compilatori

  • Aggiornamento scheda: Marco Di Marco - Data intervento: 07 settembre 2021