Scuole di Carità di Venezia ( 1819 gennaio 19 - )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente e associazione della chiesa cattolica

Altre denominazioni: Istituto Cavanis di Venezia

Condizione: privato

Sede: Venezia

Profilo storico / Biografia

Le Scuole di Carità di Venezia, più note come Istituto Cavanis, fondate da padre Anton’Angelo Cavanis
(1774-1853) e dal fratello Marcantonio (1774-1853), furono ufficializzate dal decreto imperiale di Francesco I il 19 gennaio 1819. Avevano come scopo l’insegnamento scolastico gratuito per i giovani.
Le motivazioni che spinsero i fratelli Cavanis a realizzare l’opera trovano spiegazione nella difficile situazione sociale ed economica della città di Venezia – da alcuni anni non più capitale statale e quindi priva di quella centralità che favoriva le attività economiche nell’area urbana, utili al sostentamento delle fasce sociali più deboli in particolare dei giovani – e nella diminuzione del numero degli istituti rivolti all’insegnamento. Non di minore importanza per i fratelli Cavanis era la preoccupazione rispetto all’istruzione popolare che: «vedeva nella tutela del popolo dal pericolo del laicismo e delle idee rivoluzionarie il compito fondamentale della religione» (De Rosa). Le scuole hanno origine prima dell’istituzione ufficiale della Congregazione delle Scuole di Carità, precisamente nel 1804 in seno alla Congregazione mariana fondata dai fratelli Cavanis, quando decisero di dedicarsi prevalentemente all’insegnamento in favore degli iscritti ponendo l’iniziativa sotto gli auspici di san Giuseppe Calasanzio il 1 settembre 1805. Nel 1806 acquistarono palazzo Da Mosto che divenne poi la sede ufficiale delle scuole.
La soppressione della Congregazione mariana in esecuzione dei decreti napoleonici, costrinse i fratelli Cavanis all’insegnamento in via informale come si evince dalla parole del pievano di Sant’Agnese: «[che] manifestò al direttore [padre Anton’Angelo Cavanis] la sua intenzione di abolire nelle nostra Congregazione tutte le cariche, per distruggere l’idea di corpo e per poter dire, se dal Governo fosse chiamato, ch’egli non avea più Congregazione, ma tenea soltanto aperto un oratorio a pascolo spirituale della gioventù della sua parrocchia» (cfr. Zanon 1925). Nonostante l’esistenza di fatto della scuola, i Cavanis proseguirono l’opera e cercarono parallelamente il riconoscimento ufficiale che ottennero dal Regno italico il 6 aprile 1812 contestualmente al conseguimento per entrambi i fratelli dell’abilitazione alla professione di insegnante. Nel 1808 aprirono una tipografia per offrire lavoro agli studenti che non intendevano proseguire negli studi e per avviare un’attività editoriale rivolta ai giovani, nel 1811 aprirono anche una biblioteca per insegnanti e alunni. Non mancarono di offrire gli esercizi spirituali in favore anche del pubblico adulto, le conferenze domenicali e i ritiri mensili per sacerdoti.
Durante la seconda dominazione austriaca, i fratelli Cavanis ottennero l’approvazione imperiale delle Scuole di Carità maschili e femminili il 19 giugno 1819. Il decreto, pur autorizzando le scuole elementari e il ginnasio, pose le seguenti limitazioni: divieto dello studio filosofico, soggezione all’ordinario diocesano (il patriarca di Venezia Francesco Maria Milesi riconobbe come congregazione il corpo dei maestri sacerdoti e delle maestre in istituti separati il 16 settembre 1819), nessuna contribuzione finanziaria statale e divieto di utilizzare la chiesa di Sant’Agnese come oratorio della scuola. Le difficoltà presentatesi ai fondatori nella realizzazione dell’opera derivavano dalla politica accentratrice del governo austriaco nel settore scolastico, infatti poco dopo l’ufficializzazione, nel 1823, l’aulica commissione degli studi ridusse l’istituto a scuola elementare privata rivolta ai poveri. I fratelli sacerdoti riuscirono con grande impegno e solerzia a ottenere una direttiva della Delegazione provinciale del 17 novembre 1823 che confermava le scuole elementari, ripristinava il ginnasio e autorizzava lo studio filosofico, ma a esclusione di quest’ultimo, l’istituto restava privato in quanto i programmi scolastici non erano conformi a quello vigente nel Regno Lombardo-Veneto. Riuscirono ad ottenere il riconoscimento delle classi elementari come pubbliche comunali nel 1836 e il valore pubblico di quelle ginnasiali l’8 agosto 1839, entrambe aperte a tutte le classi sociali.
Il 4 aprile 1817 papa Pio VII donò ai fratelli Cavanis il palazzo Ca’ Corner della Regina sul Canal Grande come atto di carità in favore della loro opera, immobile precedentemente lasciato al pontefice per volontà testamentaria di Cattarin Corner. Le ingenti spese per il mantenimento di un edificio così prestigioso, spinsero i padri Cavanis ad alienarlo quasi subito e utilizzare il ricavato per il consolidamento economico delle Scuole di Carità. Il 2 maggio 1867 il Consiglio di amministrazione del fondo per il culto deliberò che all’opera dei fratelli Cavanis erano applicabili le leggi “eversive” del Regno d’Italia in materia di soppressione delle corporazioni religiose e indemaniazione dell’asse ecclesiastico, segnatamente il regio decreto 3036 del 7 luglio 1866 di soppressione degli ordini e delle congregazioni religiose (in esecuzione della Legge del 28 giugno 1866, n. 2987 e la legge 3848 del 15 agosto 1867).
Il demanio rilevò palazzo Da Mosto e la chiesa di Sant’Agnese il 24 settembre 1867, ma i padri rimasero e continuarono la scuola. Il successore dei fondatori, il preposito padre Sebastiano Casara, riuscì nel 1870 ad acquistare all’asta il palazzo delle Scuole di Carità e l’abitazione della comunità e l’anno successivo a ottenere la cessione dell’edificio sacro. Con la delibera del Capitolo generale del 27 settembre 1937 la carica di preposito della Congregazione delle Scuole di Carità fu divisa da quella di rettore della comunità religiosa di Venezia.L’Istituto Cavanis di Venezia è tuttora attivo come scuola paritaria.

Bibliografia
F. S. ZANON, I servi di Dio padre Anton’Angelo e padre Marcantonio conti Cavanis, I, Venezia 1925, pp. 351, 363, 399-403, 462-465.
G. DE ROSA, I fratelli Cavanis e la società religiosa veneziana nel clima della Restaurazione, Ricerche di Storia Sociale e Religiosa, 4 (1973), pp. 166, 170.
Venetiarum beatificationis et canonizationis servorum Dei Antonii Angeli et Marci Antonii Cavanis fratrum sacerdotum fundatorum Congregationis Clericorum saecularium a Scholis Charitatis vulgo Instituti Cavanis, Positio super introductione causae et virtutibus ex officio concinnata, Romae 1979 (Sacra Congregatio pro causis sanctorum officium historicum. 78), pp. 215-223, 331-359.
O. MASON, La spiritualità dell’Istituto Cavanis nelle sue origini, in La chiesa di Venezia dal tramonto della Serenissima al 1848, a cura di M. LEONARDI, Venezia 1986 (Contributi alla storia della Chiesa di Venezia. 7), pp. 137-175.
Padre Sebastiano Casara, secondo fondatore dell’Istituto Cavanis (1811 – 1898), a cura di D. BEGGIAO, Roma 1999, pp. 13, 41.

Fonti
AICV, Curia generalizia della Congregazione delle Scuole di Carità, Corrispondenza, b. 1, fasc. 11.
AICV, Curia generalizia della Congregazione delle Scuole di Carità, Corrispondenza, b. 2, fasc. 4.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Davide Trivellato - Data intervento: 31 dicembre 2017
  • Revisione: Annamaria Pozzan - Data intervento: 08 luglio 2019