Giuffrè, Antonino [ingegnere, docente] ( Messina (ME), 1933 gennaio 17 - Roma (RM), 1997 novembre 28 )

Tipologia: Persona

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Profilo storico / Biografia

Antonino Giuffrè nasce a Messina il 17 gennaio del 1933 da Gaetano, ingegnere, e Caterina Ciraolo. Sposa nel 1966 Biancamaria Fava, dal loro matrimonio nascono Lucia, Maria Teresa, Margherita, Paola, Maria Novella.
Ingegnere, docente universitario, professionista e consulente di alto profilo, Antonino Giuffrè inizia il suo percorso iscrivendosi alla Facoltà di Ingegneria civile dell’Università di Messina. Dopo il biennio si trasferisce all’Università “La Sapienza” di Roma.
Pochi anni dopo la laurea, conseguita nel 1957, muove i primi passi nella carriera universitaria presso l’Ateneo “La Sapienza” di Roma, divenendo nel 1962 assistente ordinario alla cattedra di Tecnica delle costruzioni alla Facoltà di Architettura. Già nel 1964 ha al suo attivo la collaborazione, a fianco del prof. Cestelli Guidi, nella progettazione e realizzazione della cupola dei laboratori del Centro Nazionale Energia Nucleare (poi ENEA) di Frascati (RM). Insegna in quell’ateneo “Costruzioni in zona sismica” nell’anno accademico 1969-70 e “Tecnica delle costruzioni” alla facoltà di Architettura nell’Ateneo de L’Aquila dal 1971 al 1975. Torna all’Università di Roma nel 1975 quando vince il concorso per la cattedra di Tecnica delle costruzioni, che conduce dapprima come professore straordinario e poi come ordinario titolare dal 1979. L’impegno didattico lo porta anche alla docenza del corso di “Diagnostica e terapia dei dissesti statici” alla Scuola di specializzazione per lo studio e il restauro dei monumenti (diretta da Guglielmo De Angelis D’Ossat) già dai primi anni ’80. È da questo periodo che avvia lo studio sui monumenti e sull’architettura storica, temi che diventeranno centrali nella sua attività professionale e didattica. Nel 1991 è tra i 12 professori che danno vita alla Facoltà di Architettura del nuovo Ateneo di Roma 3; qui svolge il periodo conclusivo della sua carriera universitaria.
All’ambito scientifico dell’Ingegneria sismica dedica il volume Analisi Matriciale delle Strutture: Statica – Dinamica – Dinamica Aleatoria pubblicato nel 1976.
È tra il 1976 ed il 1980, quando i terremoti si abbattono sul Friuli prima, e sull’Irpinia poi, che Antonino Giuffrè comprende l’urgenza di avviare un processo di analisi sulle costruzioni murarie storiche a partire dalle evidenze degli effetti di quei terremoti.
Intorno a quegli anni i suoi interessi si volgono quindi allo studio dei monumenti storici e del tessuto edilizio cosiddetto minore. Tra il 1981 e il 1982, nell’ambito di una campagna di studi finalizzata alla protezione dei monumenti storici, è chiamato dalla Soprintendenza archeologica di Roma per analizzare il ponte di servizio eretto attorno alla colonna Traiana per l’esecuzione di opere di restauro conservativo.
Da quell’incarico ha inizio un lungo periodo di collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Roma alla quale propone un programma preciso: tracciare una mappa del rischio sismico di base dell’area centrale della città nella quale ricadono i maggiori monumenti antichi al fine di avviare l’analisi della sicurezza ed evidenziare le eventuali necessità di intervento per i singoli monumenti. In questo contesto di collaborazione, tra il 1983 e il 1984 è consulente per lo studio delle aule delle Terme di Diocleziano, per i lavori di consolidamento nella chiesa di San Lorenzo in Lucina, per la sicurezza statica delle strutture marmoree dell’Arco degli Argentari, inoltre entra a far parte della commissione di studio per la Domus Tiberiana e avvia lo studio sul Colosseo per la definizione di un modello matematico della struttura. Parallelamente, a partire dal 1983, inizia la sua attività all’interno del gruppo di lavoro della Commissione per la Comunità Europea per la stesura dell’Eurocodice 8 relativo alle costruzioni in area sismica.
Dal 1984 avvia le riflessioni sulla sicurezza e conservazione delle città storiche. In questo ambito sono fondamentali due studi eseguiti nel 1987-1988 in Irpinia: l’analisi e la definizione degli interventi per la ricostruzione della Cattedrale di Sant’Angelo dei Lombardi e l’analisi finalizzata alla riduzione della vulnerabilità sismica del piccolo centro di Castelvetere sul Calore. Dai suddetti studi scaturiscono – negli anni immediatamente seguenti – una serie di pubblicazioni nelle quali è esposto l’approccio metodologico utilizzato per un tema di fondamentale importanza in Italia: come contemperare le esigenze della sicurezza sismica con quelle della conservazione delle città storiche e dei monumenti. Il tema delle città storiche è in seguito sistematicamente definito attraverso la formulazione del “Codice di pratica” che sperimenterà tra il 1992 e il 1994 in diversi luoghi (Siracusa dal 1989, Matera dal 1992, Palermo dal 1994) pubblicandone i risultati in volumi monografici a partire dal 1993. L’aspetto più innovativo del metodo introdotto nel “codice di pratica” di Antonino Giuffrè consiste nell’aver riconosciuto alla regola dell’arte lo statuto di riferimento primario del progetto di restauro strutturale, rispetto al quale qualunque altro contributo, compreso quello tradizionalmente egemone della moderna ingegneria, risulta subordinato. Si occupa ancora di restauro strutturale di edifici monumentali in area sismica in occasione di numerosi incarichi: il Teatro Comunale di Siracusa (1983-1992), il Palazzo Chigi di Ariccia (1989), il Palazzo Landolina di Noto (1989-1992), l’edificio ex-IPSIA di Siracusa (1990), l’anastilosi del voltone crollato nel ninfeo di Villa Adriana (1991), il convento del Carmine a Scicli (1992-1993), il convento dei Cappuccini a Ragusa (1992-1993), il Tempio rotondo al foro Boario (1992-1997), la “Casina del Principe” ad Avellino (1995-1996), la torre del castello di Salemi (1995-1996), comparto nel quartiere della Giudecca in Ortigia (1997), la cupola della chiesa di S. Giovanni delle Monache a Napoli (1996-1997), le indagini preparatorie per la ricostruzione della Cattedrale di Noto (1996-1997), la cupola della chiesa annessa al convento dei Crociferi a Palermo (1995-1997), la chiesa madre a Gesualdo (Irpinia) (1995-1996).
Nell’ultimo decennio della sua vita s’impegna in un’intensa ed estesa attività di disseminazione dei risultati scientifici della sua ricerca attraverso l’impegno nella formazione universitaria ed extrauniversitaria. Numerosi sono infatti i volumi a stampa, i contributi presentati ai convegni, le docenze a corsi di aggiornamento e perfezionamento. A queste attività si aggiungono un’intensa attività di interlocuzione con amministrazioni locali per la redazione di documenti programmatici sull’iter procedurale del codice di pratica, una vivace collaborazione con studiosi e istituzioni nazionali e internazionali finalizzata alla sensibilizzazione sul tema della conservazione della città storica e alla ricerca di finanziamenti per proseguire le indagini sulla sicurezza del costruito storico.
È da ricordare anche il suo impegno, tra il 1994 e il 1995, nella costituzione di un Centro Mediterraneo per lo studio e la conservazione della città storica attraverso il contributo di diversi settori scientifici e il coinvolgimento di studiosi di altri paesi.
È stato presidente dell’Associazione Nazionale Italiana di Ingegneria Sismica (ANIDIS/INAEE) dal 1987 al 1993, e presidente dell’Associazione per il Recupero del Costruito (ARCo) dal 1993 al 1997.
Il profilo biografico fin qui delineato evidenzia i tre principali ambiti nei quali si è sviluppata la sua attività, quello dedicato alla didattica, quello della ricerca e della riflessione scientifica, quello professionale, tre settori che si presentano tuttavia indissolubilmente legati tra di loro; sempre le occasioni professionali diventavano opportunità di studio e approfondimento e, al contempo, i traguardi raggiunti dalle sue riflessioni divenivano materia da impiegare nella pratica professionale e da diffondere e divulgare attraverso la formazione di allievi architetti, funzionari e tecnici pubblici impegnati nel restauro dei monumenti e dei centri storici.
L’influenza di Antonino Giuffrè nella cultura del restauro dell’architettura e della città storica, e la sua permanenza nel dibattito sulla prevenzione sismica e sulla pratica della conservazione sono testimoniate dalla vasta letteratura del settore che con questa eredità scientifica continua a confrontarsi.
Antonino Giuffrè muore a Roma il 28 novembre 1997.
Per un elenco delle pubblicazioni di Antonino Giuffrè si veda il volume: Antonino Giuffrè, Leggendo il libro delle antiche architetture. Aspetti statici del restauro saggi 1985-1997, a cura di Caterina F. Carocci e Cesare Tocci, Roma 2010, pp. 363-370.

Complessi archivistici

Fonti

  • Giuffrè2010 = Giuffrè, Antonino, Leggendo il libro delle antiche architetture. Aspetti statici del restauro saggi 1985-1997, Gangemi Editore, 2010