Episcopato di Castello (già Olivolo)
La fondazione dell’episcopato di Olivolo – un’isola periferica del centro realtino, così denominata per la presenza di piante di ulivo – risale al 775, quando, per iniziativa dell’autorità ducale, era stata creata la prima diocesi lagunare dipendente dal metropolita di Grado. Tale sede, lagunare in senso pieno, in ragione dei suoi stretti rapporti con l’autorità politica e della sua centralità all’interno del ducato, si era proposta da subito in termini di aperta concorrenza nei confronti di Grado, sancendo, nel tempo, i rovesci di fortuna della sede metropolitana e, di contro, l’affermazione progressiva di Olivolo negli equilibri ecclesiastici della laguna. L’antico titolo di vescovo di Olivolo era stato successivamente tramutato in quello di vescovo di Castello nel 1091 – con sede nella cattedrale di San Pietro di Castello (anticamente intitolata ai Santi Sergio e Bacco) –, a significare un ulteriore rafforzamento della posizione di quell’episcopio all’interno delle strutture politiche ed ecclesiastiche del ducato veneziano.
La contemporanea presenza di due prelati a Venezia – il vescovo di Castello e il metropolita di Grado, che sin dal 1156 aveva trasferito la sua residenza nella capitale del ducato – aveva fatto esplodere un’aspra conflittualità tra le due dignità ecclesiastiche; in particolare, il vescovo di Castello si era sentito disturbato dall’invadenza con cui il metropolita di Grado aveva cercato di formarsi, a sue spese, una diocesi patriarcale a Venezia. Solo nel 1200, per intervento di papa Innocenzo III, la questione era stata momentaneamente affrontata e definita, riconoscendo il diritto gradense su alcune parrocchie veneziane già di ius castellano, quali San Silvestro, San Giacomo dell’Orio, San Maffio, San Martino, San Canciano e la chiesa dei crociferi di San Clemente (oltre, in parte, San Trovaso).
L’episcopato di Castello era stato, infine, soppresso l’8 ottobre 1451, quando, con la bolla Regis aeterni, papa Nicolò V aveva decretato la fusione della diocesi castellana e del patriarcato di Grado, istituendo da allora la nuova entità giuridica del patriarcato di Venezia. La bolla, infatti, aveva disposto la traslazione del titolo patriarcale (oltre agli altri redditi e privilegi) dalla metropolitana di Grado a Venezia, la fusione delle due diocesi e l’insediamento nella nuova cattedra veneziana dell’ultimo vescovo di Castello, Lorenzo Giustiniani.
Bibliografia di riferimento:
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Compilatori
- Prima redazione: Ermanno Orlando - Data intervento: 31 dicembre 2007
- Revisione: Annamaria Pozzan - Data intervento: 17 marzo 2019
Link risorsa: https://archivista-icar.cultura.gov.it/institutions/51