Archivio di Stato di Alessandria

Condizione giuridica: pubblico

Macrotipologia: Stato

Cenni storico istituzionali:

L’Archivio di Stato di Alessandria è un organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Direzione Generale per gli Archivi.
L’Archivio di Stato di Alessandria venne istituito (come Sezione) con DM del 5 dicembre 1940, in esecuzione della L. del 22 dicembre 1939, n° 2006. Divenne Archivio di Stato in seguito all’applicazione del DPR del 30 settembre 1963, n° 1409.
La prima sede fu lo storico palazzo Trotti-Bentivoglio (XV-XVII sec.) in via Vescovado, poi bombardato il 30 aprile 1944. Fortunatamente le esplosioni risparmiarono l’ala sinistra, nella quale erano ospitati alcuni dei fondi archivistici, mentre la maggior parte era già stata prudentemente trasferita in luoghi più sicuri fuori città. La sede amministrativa fu temporaneamente trasferita presso l’abitazione dell’allora Direttore dott. Gallia, in via Napoli 16.
In seguito, dal 1948 al 1960 la sede dell’Archivio di Stato fu spostata in via Parma, nel palazzo dove avevano sede gli Uffici Giudiziari, e dal 1960 al 1975 in via Marsala 19.
Dal 1975 l’Archivio di Stato ha sede in via Solero 43, in un ex edificio industriale costruito verso i primi del XX secolo, originariamente fabbrica di pasta, poi di profilati d’alluminio, quindi di mobili, infine dismesso e concesso dalla Proprietà in locazione al Ministero.
In seguito alla disastrosa alluvione del 6 Novembre 1994, tra le attività dell’Archivio di Stato di Alessandria divennero preminenti il salvataggio e il recupero di documenti provenienti dagli archivi sommersi dal fango di diversi enti pubblici.
Nel 2016, all’Archivio di Stato di Alessandria è stata assegnata la sezione “I” ubicata sul lato di corso Borsalino della Ex Caserma Militare Valfrè.
L’edificio, di particolare pregio storico-architettonico per la città di Alessandria, originariamente ospitava nella lunga area laterale verso via Montebello la mensa della caserma, e nella parte opposta l’autorimessa. Il corpo centrale era destinato a palestra.
Il progetto prevede un totale recupero funzionale dell’area, che al termine dei lavori di ristrutturazione accoglierà nel grande corpo centrale gli uffici, la biblioteca e la sala studio per il pubblico, mentre le due lunghe strutture laterali accoglieranno i depositi dei documenti.
L’intervento, finanziato dalla legge Franceschini, donerà nuova luce all’Archivio di Stato.
La nuova sede nel cuore della città contribuirà a migliorare la fruizione del patrimonio archivistico e ad incrementare l’offerta culturale.
I lavori di ristrutturazione, curati dal Segretariato Regionale Piemonte, sono attualmente in corso d’opera.

Collegamenti:

Patrimonio:

L’Archivio di Stato di Alessandria venne istituito (come Sezione) con DM del 5 dicembre 1940, in esecuzione della L. del 22 dicembre 1939, n° 2006. Divenne Archivio di Stato in seguito all’applicazione del DPR del 30 settembre 1963, n° 1409.
Il territorio dell’attuale provincia, sul quale l’Archivio ha competenza, è storicamente costituito dall’Alessandrino propriamente detto (fino al 1707 sotto il dominio milanese – spagnolo e dopo quell’anno ceduto al duca Vittorio Amedeo II di Savoia) e dal Monferrato di Acqui e Casale (fino al 1533 sotto i Paleologi, poi passato ai Gonzaga, duchi di Mantova), oltre ad alcune altre località, un tempo appartenenti ai possedimenti d’Oltregiogo della Repubblica di Genova. A seguito della guerra di successione spagnola, i trattati di Utrecht e Rastadt (1713-1714) sanzionarono la cessione di tutto il territorio alla dinasta sabauda.
È necessario tener presente che parte della documentazione conservata presso l’Archivio (Notai del Ducato di Monferrato) riguarda località appartenenti alle limitrofe province di Asti, Cuneo, Savona, Vercelli e Torino. Archivi di magistrature antiche, di corporazioni religiose soppresse e del Marchesato, poi Ducato, di Monferrato sono conservate presso l’Archivio di Stato di Torino; altra documentazione relativa al Marchesato si trova presso l’Archivio di Stato di Mantova. Fondi giudiziari relativi ad alcune località del Monferrato sono conservati presso l’Archivio di Stato di Asti.
Occorre, inoltre, ricordare che la provincia di Alessandria – sorta per effetto della Legge Rattazzi del 23 ottobre 1859 – comprese nel suo territorio anche l’Astigiano, fino alla nascita della provincia d’Asti, istituita con RD del 1° aprile 1935.
Fondamentale per la storia locale è l’Archivio storico del Comune di Alessandria, depositato a più riprese nel 1941, 1966, 1994, che (pur avendo subito, nei secoli XIV e XV, gravi perdite per incendi e devastazioni) custodisce tuttora importantissime serie documentarie, codici pergamenacei come il Liber Crucis (XIV sec.), registri, corrispondenza e cospicue raccolte di disegni e stampe, in un àmbito cronologico che va dal Medioevo al secondo dopoguerra.
Aggregata al fondo comunale è una rilevante documentazione catastale (descrizioni territoriali, mappe, libri figurati, registri), che consente di ripercorrere le vicende del territorio alessandrino dal XIV al XIX secolo.
Compresi nell’archivio comunale sono anche alcuni tra i più significativi archivi di famiglie alessandrine: Robutti, Pertusati, Carpani di Viguzzolo e soprattutto Ghilini.
Un altro importante complesso di documentazione relativa a famiglie alessandrine è costituito dall’archivio Civalieri-Inviziati, Sappa, Mantelli; per quanto concerne l’area monferrina si segnala l’archivio dei Callori di Vignale (che comprende anche carte di altre famiglie, soprattutto i Pico Gonzaga di Ottiglio) e per quella acquese l’archivio Ferrari di Castelnuovo Bormida. Notevoli anche le recenti acquisizioni dell’Archivio Avogadro di Vigliano (con le Carte Astori e Cavasanti), delle Carte Gavigliani e delle Carte Calcamuggi, De Boccard, Mazzetti di Montalero e San Nazzaro. Di rilievo alcuni archivi di professionisti, artisti, storici e uomini politici: segnatamente quelli dell’architetto Leopoldo Valizone, dell’ingegnere Giovanni Antonio Carbonazzi, del pittore Alberto Caffassi, di Fausto Bima, storico e scrittore, e di Attilio Castellani, più volte amministratore pubblico.
Sono inoltre conservati importanti archivi di enti assistenziali: ECA e Congregazione di Carità, Opera Pia di San Giuseppe e Santa Marta, Ospedale dei SS. Antonio e Biagio (tutti operanti in Alessandria), Opera Pia Pozzi di Vignale e Opera Pia della Misericordia di Casale Monferrato, cui si aggiungono – per l’epoca contemporanea – l’ENAOLI ed il Riformatorio di Bosco Marengo.
Sono stati salvati e recuperati, grazie ad un dono, i Registri dei Verbali delle Confraternite alessandrine.
Consistente e preziosa la documentazione notarile. In particolare, quella dell’Archivio notarile del Ducato di Monferrato (XIII-XVIII secolo), istituito a Casale nel 1585 con decreto del duca Guglielmo Gonzaga, annessa al quale è la raccolta delle maculature ricavate dai protocolli (pagine o frammenti pergamenacei, perlopiù provenienti da codici liturgici, che vennero riutilizzati come coperte o rinforzi sui dorsi). Istituiti nella seconda metà del XIX secolo, gli archivi notarili distrettuali di Alessandria, Acqui, Casale, Novi Ligure (con Ovada) e Tortona conservano anche atti anteriori, a partire dal XV secolo.
Del periodo pre-sabaudo, per quanto riguarda il territorio monferrino, si conserva la documentazione del Senato di Monferrato (1536-1796, ripartita nelle due grandi serie delle Investiture feudali e degli Atti di Lite), massimo organo giudiziario del marchesato (ducato dal 1675), avente giurisdizione d’appello in tutte le cause nelle quali fossero parte feudatari, comunità e luoghi pii ed organo di controllo sulle successioni feudali (questa funzione gli venne sottratta con il passaggio del Monferrato allo stato sabaudo). Tale documentazione si integra con le serie relative al Monferrato conservate negli Archivi di Stato di Torino, Mantova e Vienna.
Del periodo sabaudo si conservano l’archivio dell’Intendenza generale di Alessandria (1727-1800), organo istituito nel 1723 con funzioni finanziarie e di controllo e sorveglianza sulle amministrazioni locali; l’archivio dell’antica Prefettura, poi Consiglio di Giustizia (1724-1800), cui era attribuita la giurisdizione civile e criminale su Alessandria ed il suo contado; l’ingente documentazione degli Uffici d’Insinuazione (1723-1803), costituita da copie di strumenti notarili, testamenti, scritture private e pubbliche insinuate (registrate) nelle diverse Tappe (uffici) presenti sul territorio.
Durante il periodo del governo francese (1800-1814) la città divenne sede della Préfecture du Département de Marengo (che comprendeva i circondari di Alessandria e Casale, cui si aggiunse Asti dopo il 1805). Di tale istituzione si è conservata parte della documentazione prodotta dalla Préfecture e dal Tribunale di Alessandria.
Nello stesso periodo, in seguito alle soppressioni degli Enti ecclesiastici ed alle conseguenti vendite all’asta dei patrimoni conventuali alessandrini (le pratiche relative si trovano, appunto, nella Préfecture), si verificò purtroppo la scomparsa pressoché totale degli archivi religiosi (alcuni frammenti di serie documentarie sono custoditi presso l’Archivio di Stato di Torino), dei quali restano pochissime carte sparse, soprattutto nel già menzionato Archivio Comunale.
Con la Restaurazione, Alessandria tornò sede dell’Intendenza Generale, della quale si conserva, nell’archivio, documentazione sino al 1859. Delle Intendenze Provinciali (Acqui –passata a Savona nel 1847- Asti, Casale, Tortona, Voghera) rimane buona parte dei documenti prodotti nei rispettivi uffici (1814-1860) e, per lo stesso periodo, anche dagli Uffici d’Insinuazione e dei Tribunali di Prefettura.
Tra gli archivi del periodo post-unitario si segnalano quelli degli Uffici Giudiziari, la Prefettura (con importanti serie quali il Gabinetto, gli Affari Generali e Comunali), la Questura, l’Intendenza di Finanza. In evidenza, in questo fondo, soprattutto la consistente documentazione dell’ Asse Ecclesiastico e del Fondo Culto, originata dal passaggio allo Stato dei beni ecclesiastici a seguito dell’intervento di privatizzazione istituzionale sancito dalle LL. del 7 luglio 1866 n° 3036 – di soppressione – e del 15 agosto 1867 n° 3848 – di liquidazione – che costituirono, a seguito degli enormi problemi finanziari causati dalla III guerra d’Indipendenza, il culmine dell’ingerenza statale nell’assetto della proprietà.
è conservata anche documentazione prodotta dagli uffici dei Distretti Militari: Liste di Leva e Ruoli Matricolari, oggi massicciamente utilizzati soprattutto per far fronte alle richieste, inoltrate a migliaia ogni anno dai discendenti di emigrati italiani residenti nei paesi dell’America latina, volte a ricostruire la propria genealogia.
Per l’epoca contemporanea, si ricordano infine, fra gli altri, gli archivi delle Casse Mutue, dell’Enaoli, dell’ENAL (dotato di uno splendido fondo fotografico che ne documenta l’attività dopolavoristica dal dopoguerra agli anni Settanta), del Genio Civile e del Corpo Forestale dello Stato, nonché l’importante fondo del CLN – Commissione Provinciale di Epurazione, recentemente recuperato.
Consistenza totale del patrimonio archivistico che si ricorda essere integralmente censito e consultabile nel sito del Sistema Informativo degli Archivi di Stato (SIAS): pergamene 704; buste, mazzi, filze, volumi e registi 80.898; mappe, disegni: 3324; metri lineari occupati dalla documentazione 11254.

Politiche di gestione e di acquisizione:

L’Archivio di Stato di Alessandria conserva, a titolo di missione istituzionale, la documentazione prodotta dalle Amministrazioni periferiche preunitarie e dagli Uffici statali postunitari del territorio della provincia di Alessandria, gli archivi dei Notai che hanno cessato l’attività anteriormente all’ultimo centennio e i ruoli matricolari e le liste di leva decorsi settant’anni dalla classe cui si riferiscono.
A titolo di acquisto, donazione, deposito o comodato conserva anche documentazione prodotta da soggetti non statali (Enti pubblici territoriali; privati; imprenditori).
Del patrimonio conservato garantisce la tutela, la valorizzazione e la fruizione pubblica e gratuita.
Svolge, partecipando alle Commissioni previste dalla legislazione archivistica vigente (Dlgs n° 42 del 22 gennaio 2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), attività di sorveglianza sulla tenuta degli archivi correnti e di deposito degli uffici statali della provincia di Alessandria e l’attività di selezione della documentazione ai fini del versamento presso i propri depositi. Ai sensi dell’art. 44 c. 1 del D.P.C.M. 2 dicembre 2019 n. 169, collabora inoltre con la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Piemonte e della Valle d’Aosta alla tutela e alla valorizzazione degli archivi pubblici e privati vigilati del territorio alessandrino.

Orari e indicazioni per l'accesso ai fondi:

Si rimanda alle istruzioni dettagliate fornite all’indirizzo: http://www.archiviodistatoalessandria.beniculturali.it/index.php?it/1/home

Servizi:

L’Archivio di Stato di Alessandria offre i seguenti servizi: sala studio; ricerche genealogiche – informazioni utili; ricerche a distanza; servizio di fotoriproduzione; biblioteca; didattica.

Sedi

Sede legale
Indirizzo:
Archivio di Stato di Alessandria
Via Giorgio Solero, 43
15121 Alessandria (AL)
italia