Biblioteca Teresiana
Condizione giuridica: pubblico
Macrotipologia: Ente di cultura, ricreativo, sportivo, turistico
Cenni storico istituzionali:
L’Imperial Regia Biblioteca di Mantova fu aperta al pubblico il 30 marzo 1780, in conformità con il vasto programma di laicizzazione e riforma delle istituzioni culturali ed educative varato nel 1749 da Maria Teresa d’Austria. Alla politica illuminata dell’impero asburgico corrispose infatti, in area lombarda, la fondazione di una struttura omogenea di biblioteche pubbliche ordinate sul territorio, quasi sempre negli edifici conventuali della Compagnia di Gesù, soppressa nel 1773, con al vertice la Biblioteca Pertusati di Milano, che nel 1786 assunse il nome di Braidense, e la Biblioteca Universitaria di Pavia. Nello stesso scorcio vedevano quindi la luce sul territorio lombardo la Biblioteca di Cremona e, di poco successive, quelle di Como e Lodi.
La nascita e lo sviluppo originario della Biblioteca può tuttavia essere compreso appieno solo considerando l’intreccio di relazioni con altre istituzioni culturali cittadine, topograficamente contigue e contestualmente ridisegnate dagli Asburgo. Ci si riferisce in particolare alla Reale Accademia di Scienze e Belle Lettere (dal 1981 Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze, Lettere e Arti), che rappresentò il nuovo organo di riferimento per l’istruzione superiore cittadina dopo la soppressione dell’Università degli studi gesuitica, avvenuta nel 1760: la Biblioteca fu infatti fondata quale istituto sussidiario per lo studio e la ricerca rispetto all’Accademia e al liceo-ginnasio, e fino a oltre la metà dell’Ottocento questi tre istituti ebbero una gestione comune.
Gli ambienti iniziali adibiti a Biblioteca corrispondono alle sale ora denominate prima e seconda teresiana del gesuitico Palazzo degli Studi, tra loro unite da un ampio vestibolo. Nei primi anni furono acquisiti e messi a disposizione del pubblico volumi dell’Accademia, del collegio gesuitico, dei soppressi conventi di carmelitani e certosini e librerie ottenute per donazioni e lasciti di privati. Grazie a una dotazione annua e a stanziamenti straordinari dell’amministrazione asburgica furono inoltre acquistate opere d’interesse soprattutto naturalistico, come la collezione dello scienziato svizzero, di lingua tedesca, Albrecht von Haller, ripartita tra diversi istituti della Lombardia austriaca. Una politica di ridistribuzione di duplicati (1778-1783) permise quindi di ottenere circa 13.000 volumi, provenienti dalle biblioteche di Vienna, Cremona e dalla Braidense.
Durante il periodo francese (1797-1799, 1801-1814) nuove soppressioni monastiche comportarono l’arrivo da tutta la provincia dei preziosi patrimoni bibliografici dei conventi di San Benedetto in Polirone, di Santa Maria delle Grazie, di agostiniani, domenicani, francescani e cappuccini. Si stima che il patrimonio sia progressivamente aumentato dalla iniziale dotazione di circa 6.000 volumi ai circa 40.000 del 1823.
Nel periodo della Restaurazione gli avvenimenti politici e la pesante censura instaurata dal governo austriaco inibirono la vita culturale della città. Tra i fatti degni di menzione che coinvolsero la Biblioteca si ricordano la restituzione, avvenuta nel 1816, dei manoscritti trafugati dai francesi, l’acquisto nel 1824 del fondo dei manoscritti di Leopoldo Camillo Volta (proto prefetto della Biblioteca quasi ininterrottamente dal 1779 al 1823) e nel 1838 della raccolta completa della “Gazzetta di Mantova”.
Con l’annessione di Mantova al Regno d’Italia, avvenuta nel 1866, la Biblioteca divenne governativa (statale). Sul finire del secolo essa fu positivamente investita dal clima di partecipazione e dalla relativa vivacità intellettuale che rianimarono la città, e attorno ad essa si polarizzò l’interesse di amministratori e di esponenti della cultura locale, che ne patrocinarono il passaggio all’amministrazione comunale avvenuto nel 1881. Essa acquisì pertanto altri doni e lasciti nel frattempo concessi al Comune. All’inizio del Novecento la Biblioteca, il cui patrimonio librario era arrivato a circa 120.000 volumi, si estese al lungo corridore del primo piano, che per tutto il secolo precedente era stato adibito a museo statuario. Nel 1912 un primo segnale di mutamento rispetto al carattere elitario dell’istituto della biblioteca pubblica, che in Europa perdurò fino al primo ventennio del secolo scorso e in Italia oltre il secondo conflitto mondiale, fu l’apertura al piano terra del Palazzo degli Studi di via Ardigò della sezione “Biblioteca Popolare”, aperta per sei mesi all’anno (da novembre ad aprile) nella fascia oraria serale per consentire l’affluenza dei lavoratori, nel 1915 trasferita a Palazzo Aldegatti. Nel 1930 fu siglata una convenzione che permise il deposito della preziosa biblioteca della Comunità ebraica di Mantova.
Al secondo dopoguerra, sotto la direzione di Ubaldo Meroni, risale l’introduzione dei nuovi cataloghi dizionari a schede mobili per autori, titoli e soggetti che hanno parzialmente sostituito (ma il processo non è ancora concluso) le vecchie schede, per lo più manoscritte, in formato Staderini. Nel 1952 il patrimonio librario fu stimato in 200.000 volumi. Nel 1959, in occasione del completamento del restauro dell’edificio voluto dal sindaco Eugenio Dugoni, venne allestita la mostra dei Libri stampati a Mantova nel secolo XV e dei cimeli di Baldassarre Castiglione. Nel 1966 un’altra importante esposizione, la Mostra dei codici gonzagheschi, segnò il temporaneo ritorno a Mantova di importanti manoscritti appartenuti alla libreria dei Gonzaga, ora sparsi in varie biblioteche italiane ed estere. Dal 1992 la Biblioteca fa parte del polo di Lombardia Informatica di SBN, il Servizio Bibliotecario Nazionale, che consente la catalogazione partecipata on-line tra tutte le biblioteche aderenti, nonché una condivisione delle risorse informative tramite il prestito interbibliotecario.
Contatti:
- Telefono: 0376.338450
- Fax: 0376.2738080
- Email: biblioteca.comunale@ comune.mantova.gov.it
- Email: biblioteche@pec.comune.mantova.it
Referente: Cesare Guerra
Collegamenti:
Patrimonio:
- Manoscritti
- Incunabuli
- Fondo antico a stampa
- Gabinetto delle Stampe e dei Disegni
- Globi
- Carte nautiche
- Biblioteca della Comunità ebraica
- Fondi Speciali
- Bibliografia
- Tesi di laurea
- Periodici di interesse locale
- Sezione Contemporanea Mantova
Orari e indicazioni per l'accesso ai fondi:
L’ingresso della biblioteca è in via Ardigò n. 13.
Orari di apertura al pubblico:
Martedì: 09.00 – 18.00
Mercoledì: 09.00 – 18.00
Giovedì: 09.00 – 18.00
Venerdì: 09.00 – 18.00
Sabato: 09.00 – 13.00
L’accesso ai documenti in consultazione e a scaffale aperto è libero e gratuito.
Per la consultazione e il prestito dei documenti a magazzino il lettore deve compilare l’apposito modulo. Il numero di documenti consultabili da magazzino è limitato e fissato dalla Direzione. Il numero è portato a conoscenza del pubblico. I documenti da magazzino vanno richiesti mezz’ora prima della chiusura della biblioteca.
I documenti in consultazione non possono essere consultati fuori dalla sala di lettura, o al di fuori delle sale e degli spazi assegnati: i periodici e i giornali nella emeroteca, i video nella mediateca.
Quando esiste copia su microfilm, o altro supporto, di un documento, il lettore potrà consultare l’originale solo su autorizzazione eccezionale.
Per aver accesso alla visione delle videocassette e DVD i minori di 14 anni devono essere autorizzati da un genitori.
Il prestito a domicilio e l’accesso ai servizi in sede della biblioteca è soggetto alla iscrizione e al possesso della tessera d’iscrizione.
Il prestito a domicilio è gratuito.
Sono esclusi dal prestito:
• tutti i libri editi entro il 1950.
• gli opuscoli.
• le fotografie, le lastre e i negativi originali.
• le opere multimediali nel rispetto della legge sulla tutela del diritto d’autore.
• le opere appartenenti alla Sezione locale in copia unica.
• le opere appartenenti a fondi o donazioni con clausole di consultazione in sede.
• le Tesi di Laurea.
• cataloghi di mostre, opere con tavole fuori testo o carte sciolte, edizioni rare e di pregio o di rilevanza bibliografica, come stabilito dalla Direzione
• i giornali e i periodici.
• i documenti– manoscritti, libri, carteggi, stampe ecc. – appartenenti al fondo antico.
L’accesso alla consultazione di documenti antichi rari e preziosi della Biblioteca comunale Teresiana è regolamentato come segue:
manoscritti, carteggi, incunabuli, testi a stampa pubblicati fino a tutto il 1830, cartografia, tesi di laurea e materiale raro e di pregio possono essere consultati solo nell’apposita sala di studio della Biblioteca.
• Sono ammessi alla consultazione gli utenti che abbiano compiuto la maggiore età.
• Per essere ammessi in sala di studio è necessario compilare una domanda annuale esibendo un documento di identità. Tale domande vengono numerate e registrate dal personale di Sala.
• La consultazione dei pezzi avviene preferibilmente su prenotazione, telefonica, via fax o e-mail, facendone richiesta al personale di sala con almeno un turno di anticipo.
• Possono essere richiesti fino a 5 pezzi per ogni turno di apertura.
• Le singole richieste vanno presentate su appositi moduli bifronte compilati chiaramente in tutte le loro parti; nel caso in cui il modulo sia stato compilato dal personale per conto dell’utente, questi dovrà comunque provvedere ad apporvi la propria firma.
• Per ogni manoscritto, carteggio o incunabulo, anche in riproduzione, dato in lettura si devono riportare sull’apposito schedone le indicazioni ivi prescritte. Gli schedoni sono ordinati dal personale di sala secondo la collocazione dei pezzi nel fondo di pertinenza, e possono essere consultati dai lettori.
• Nel caso di consultazione di tesi di laurea, si dovranno indicare i propri dati personali nelle schede allegate a ciascuna dissertazione.
• Le tesi di laurea non possono essere in alcun modo riprodotte con mezzi fotomeccanici, salvo diversa disposizione dell’autore.
• Il materiale manoscritto, raro o di pregio deve essere consultato con idonee e necessarie cautele per assicurarne la salvaguardia, secondo le indicazioni fornite di volta in volta dal personale di sala.
• E’ vietata la riproduzione fotomeccanica. Per la riproduzione, anche integrale, delle opere è possibile presentare richiesta di microfilm tramite l’apposito modulo.
• Per le riproduzioni fotografiche è necessario compilare l’apposito modulo autorizzativo. Le fotografie possono essere eseguite personalmente, da una ditta a scelta dell’utente, oppure indicata dalla Biblioteca. In ogni caso una copia di ciascuna fotografia dovrà essere consegnata alla Biblioteca.
• La pubblicazione delle immagini dovrà essere preventivamente autorizzata, e sarà soggetta al pagamento dei diritti d’immagine secondo quanto stabilito dal relativo Regolamento comunale.
• L’utente si impegna a consegnare una copia delle pubblicazioni elaborate sui documenti della Biblioteca.
• E’ vietata la riproduzione digitale integrale delle opere antiche, salvo specifica autorizzazione.
• E’ vietato utilizzare la sala per leggere libri personali.
Servizi:
La biblioteca è dotata di una sala di consultazione del fondo locale, di una sala studio riservata alla consultazione del materiale antico e speciale e di un’emeroteca.
I servizi erogati: consultazione libro moderno e fondo locale; prestito a domicilio; prestito interbibliotecario; fotocopie da originale (in sede); spedizione di fotocopie; stampe da pc; xerocopie (stampa da microfilm); riproduzione fotografica di testi rari e speciali; riproduzione digitale e su microfilm di testi rari e speciali; duplicazione integrale di documenti del fondo antico; informazioni bibliografiche; ricerche bibliografiche per corrispondenza; utilizzo postazione informatica (pc e stampante); fototeca (servizi eseguiti dal personale interno); servizio internet gratuito; servizi on-line: prenotazione consultazione testi rari e richiesta di acquisto libri.
Sedi
La Biblioteca comunale Teresiana ha sede in un’ampia ala del gesuitico Palazzo degli Studi, costruito tra il 1753 e il 1763 su disegno dell’architetto bolognese Alfonso Torreggiani. L’edificio era inserito nel complesso architettonico del Collegio dei gesuiti fondato nel 1584, che insieme alla Biblioteca comprende oggi e l’Archivio di Stato con l’annessa chiesa della SS. Trinità, completata nel 1605 e il liceo classico Virgilio.
Il Palazzo, che occupa da solo un intero isolato, rappresenta un’ideale unità urbanistica, storica e culturale con il Palazzo Accademico, terminato nel 1775 al fine di ospitare le accademie preesistenti riformate nella Accademia Reale di scienze, lettere e arti: il progetto si deve all’architetto Giuseppe Piermarini, la realizzazione dei lavori all’architetto Paolo Pozzo, mentre per le adunanze accademiche fu commissionata all’architetto di rinomanza europea Antonio Galli Bibiena l’edificazione dello scenografico Teatro Scientifico, terminato nel 1796.
La Biblioteca pubblica, inaugurata nel 1780, trovò sede al primo piano del Palazzo degli Studi, in due ampi locali del Collegio gesuitico che furono riadattati su progetto dell’architetto Paolo Pozzo: la prima sala teresiana, di cui Pozzo progettò le grandi scaffalature in noce disposte su due piani riferendosi allo stile di Fischer von Erlach, architetto della Hofbibliothek di Vienna, e la seconda sala teresiana, strutturata con scaffalature lignee su tre piani, divenuti quattro dopo la seconda guerra mondiale. Entrambe le sale, dotate di scale interne e ballatoi, donano ancora oggi agli ambienti solennità e decoro.
Intorno al 1930 la Biblioteca si ampliò occupando il lungo corridoio, anch’esso al secondo piano dell’edificio, che fino al 1915 era adibito a museo antiquario ed esponeva antiche statue e iscrizioni marmoree, tra il 1915 e il 1925 trasferite a Palazzo Ducale.
Palazzo degli Studi
46100 Mantova (MN)
Italia
Fonti
- Bertolotti 1893 = Bertolotti, Antonino, I comuni e le parrocchie della Provincia di Mantova. Cenni archivistici, archeologici, storici, artistici, biografici e bibliografici raccolti dal 1881 al 1892, Mondovì, 1893
- Accademia Virgiliana 1891/1892 = R. Accademia Virgiliana di Mantova, Atti e memorie della R. Accademia Virgiliana di Mantova, Mondovì, 1892
- Genovesi 2017 = Genovesi, Maria Beatrice, L'elezione popolare dei parroci nel Mantovano: oltre la Legge delle Guarentigie per una ridefinizione di Stato e di Chiesa, 2017
- Torelli 1920 = Torelli, Pietro, L'Archivio Gonzaga di mantova, A. Mondadori, 1920
- Regione Lombardia 1998 = I fondi speciali delle biblioteche lombarde. II. Province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese, Editrice Bibliografica, 1998
Compilatori
- Schedatura: Maria Beatrice Genovesi - Data intervento: 10 giugno 2019
Link risorsa: https://archivista-icar.cultura.gov.it/custodians/117