Ospedale di Vimercate ( sec. XII - sec. XX )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente sanitario

Condizione: pubblico

Profilo storico / Biografia

Le origini dell’Ospedale di Vimercate risalgono alla seconda metà del XII secolo, quando è attestato il funzionamento di un ospizio destinato all’assistenza ai bisognosi, inizialmente intitolato ai santi medici Cosma e Damiano.
A quel tempo l’attività del luogo pio, rivolta a poveri, anziani inabili e malati, si limitava alla distribuzione di elemosine in natura (pane, vino, frumento e farina di mistura) e di qualche sussidio in denaro, senza prevedere prestazioni mediche.
Tali modalità di assistenza continuarono anche dopo l’aggregazione dell’ospedale alla Ca’ Granda di Milano, attuata nell’ambito della riforma del sistema ospedaliero del ducato promossa da Francesco Sforza. Con bolla del 9 dicembre 1458 di papa Pio II, il duca ottenne infatti la sottomissione di una cinquantina di ospedali esistenti a Milano e nel contado al capitolo di quello milanese.
Anche l’amministrazione venne uniformata al modello della Ca’ Granda, con un capitolo costituito da deputati laici residenti sul territorio, che svolgevano l’ufficio a titolo gratuito. Nel caso di Vimercate, il capitolo era costituito da un priore, un tesoriere e quattro deputati, che si riunivano in una casa di civile abitazione di proprietà dell’ospedale per discutere della gestione del luogo pio.
Una vera attività di tipo sanitario ebbe inizio solo nel corso del XVII secolo, quando l’ospedale cominciò a stipendiare un medico e un chirurgo incaricati di compiere visite a domicilio. I primi ricoveri risalgono invece alla seconda metà del Settecento, quando venne aperto un edificio espressamente dedicato alla cura dei malati.
La costruzione del fabbricato venne avviata nel 1778, grazie soprattutto all’opera del soprintendente conte Luigi Trotti e dell’abate Giuseppe Carcassola,
Inaugurato il 25 maggio 1783, il nuovo ospedale era costituito da uno stabile ad un piano e due crociere, corrispondenti ai due reparti, maschile e femminile, per un numero complessivo di 24 posti letto .
La riforma dell’attività dell’ospedale non eliminò tuttavia la beneficenza elemosiniera, che continuò ad essere praticata mediante la distribuzione di pane nelle festività natalizie e l’erogazione di doti a giovani nubende povere . Analogamente venne mantenuta la disposizione di Pietro Antonio Omati per l’istruzione di giovinetti di condizioni disagiate (testamento 11 giugno 1674).
Per rispondere alle crescenti richieste e allo sviluppo delle discipline mediche, l’edificio fu oggetto di importanti interventi architettonici già a partire dal XIX secolo, con la sopraelevazione del primo piano nel 1828 e il raddoppiamento dell’edificio tra il 1896 e il 1903.
Tra il 1926 e il 1929 vennero aggiunti tre nuovi corpi di fabbrica, innestati sull’edificio principale, che consentirono di aumentare la capienza dell’ospedale a 200 posti letto, mentre nel 1937 venne inaugurato il Padiglione sanatoriale, al di fuori della cinta muraria del nosocomio, ma ad esso collegato da un sottopassaggio.
Agli anni Cinquanta risalgono l’edificio del Dispensario antitubercolare (1954) e il padiglione della Maternità (1958) . Il poliambulatorio INAM venne inaugurato nel 1961 e il primo monoblocco chirurgico nel 1973.
Dal gennaio 1998 Vimercate è ospedale capofila dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Civile di Vimercate”, ridenominata nell’anno 2009 “Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate”.
Dal 30 ottobre 2010 l’attività dell’ospedale è stata trasferita nella nuova sede di via Santi Cosma e Damiano, nel nuovo complesso progettato dall’architetto ticinese Mario Botta.

Bibliografia:
E. Cazzani, Storia di Vimercate, Vimercate 1975.
G. Iannarelli, M. Locatelli, G. Chesini, L’Ospedale di Vimercate. Ricerca storico-urbanistica, Politecnico di Milano, Corso di progettazione architettonica, a.a. 1987-1988.
G. Mariani, L’ospedale di Vimercate dal tardo Medio Evo all’Unità d’Italia, Bari 2007.

Complessi archivistici