Parrocchia di Santi Gervasio e Protasio in Carpenedo ( sec. XII - )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente e associazione della chiesa cattolica
Altre denominazioni: Parrocchia di Carpenedo
Condizione: <span class="translation_missing" title="translation missing: it.EC">Ec</span>
Sede: Venezia
Profilo storico / Biografia
La più antica attestazione di una chiesa a Carpenedo si trova nella bolla di Eugenio III del 1152 che riconosce i diritti, le proprietà e le dipendenze ecclesiastiche del vescovo di Treviso, elencando fra quest’ultime anche la «plebs Sancti Gervasii de Carpeneto»: una chiesa quindi qualificata come pieve e dotata di chiese soggette. La data di fondazione non è tuttavia nota, ma di certo anteriore al Mille, in quanto il culto dei santi martiri Gervasio e Protasio documentato fin dall’epoca longobarda, permette ragionevolmente di collocarla tra i secoli VIII e IX.
In età medievale la struttura della Parrocchia corrispondeva a quella tipica della pieve rurale: una pieve munita di fonte battesimale a cui spettava lo «status» di matrice, la «cura animarum» e la soggezione delle chiese filiali del territorio circostante. Queste a partire dai secoli XII-XIII erano: Santa Maria e San Giorgio di Cavergnano, San Giuliano del Bosco «prope Terraleum» (Terraglio), San’Andrea di Favaro, Bissuola, San Nicolò di Dese, Sant’Elena di Tessera, San Pietro in Terzo e San Martino di Campalto, San Giuliano e Santa Maria di Dese dal 1470.
I rapporti di subordinazione ecclesiastica delle filiali, stabiliti da diritti spesso di tipo consuetudinario come la partecipazione di tutti i curati alla funzione del Sabato Santo a Carpenedo e altre dimostrazioni di riverenza, si allentarono nel corso dei secoli XVI-XVII, rimanendo sul piano puramente formale e dando origine a diverse controversie. Inoltre alcune filiali, una volta elevate a parrocchie (Favaro, Dese e Bissuola), si opposero al mantenimento dei legami di dipendenza che si estinsero a partire dalla fine del Settecento, seppur alcuni risultano ancora documentati nel secolo successivo, precisamente nelle vertenze del 1810 e del 1827 quando la chiesa di Cavergnago intendeva sottrarsi al pagamento della «posta delle pecore» in favore di Carpenedo.
La matricità della chiesa parrocchiale fu ribadita il 30 ottobre 1761 dal vescovo di Treviso Paolo Francesco Giustiniani con il conferimento alla chiesa dello «status» di arcipretale e ai parroci il titolo «in perpetuo» di arciprete.
Il beneficio parrocchiale, definito fin dal secolo XV, comprendeva la casa canonica con cortile e orti, due casoni e due case in pietra con terreni posti a livello, ai quali nel XVI si aggiunge un’area paludosa a ridosso della laguna. Altre entrate erano garantite dal quartese – la quarantesima parte del raccolto di frumento, grano, vino e altri prodotti agricoli a cui erano soggette le famiglie della parrocchia –, da messe, legati, mansionerie, affitto di campi destinati al pascolo delle pecore e alla coltura.
La Parrocchia era a sua volta affittuaria. Tra le locazioni, ritroviamo quella stipulata con il vescovo di Treviso in epoca remota per l’utilizzo di «300 campi»: terreni agricoli, un bosco, tutt’ora in buona parte esistente, ed alcune abitazioni come attestato nell’estimo del 1546.
La chiesa parrocchiale fu sede dal secolo XIV di confraternite istituite in tempi diversi: le più antiche furono la Scuola grande del Crocifisso (XIV secolo) e la Scuola della Concezione (1342), a cui se ne aggiunsero altre in età moderna come le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e di Sant’Antonio. Tali realtà devozionali laicali risultavano fondamentali per l’erezione e il mantenimento e la cura degli altari, per finanziare i restauri alla fabbrica e rappresentavano l’identificazione della comunità dei laici nella sfera del sacro in rapporto dialettico con i chierici della circoscrizione ecclesiastica, situazione perdurata fino alla loro soppressione in epoca napoleonica, come regolarmente documentato nelle visite pastorali alla parrocchia.
Le visite pastorali dei vescovi trevigiani, a partire dalla prima in data 12 ottobre 1520, descrivono una chiesa in buone condizioni e provvista delle necessarie suppellettili. Nel 1730 è attestato il rinnovo dell’intera fabbrica, dovuto al graduale sviluppo del paese di Carpenedo, da località rurale a centro di villeggiatura per i patrizi veneziani.
La chiesa fu completamente ricostruita tra il 1852 e il 1858, su disegno di Giambattista Meduna, nello stesso sito della precedente fabbrica, demolita in quanto ormai insufficiente a soddisfare le esigenza di una popolazione in rapido aumento. La nuova chiesa in stile neogotico fu consacrata dal vescovo di Treviso Giovanni Antonio Farina il 24 ottobre 1858.
A partire dal secolo XVIII aumentò il numero degli oratori disseminati nel territorio parrocchiale, a seguito dell’aumento della popolazione, spesso di proprietà di famiglie patrizie veneziane – proprietarie di ville e terreni –, ma frequentati anche dalla popolazione locale.
Le visite pastorali ottocentesche attestano la ripresa dell’associazionismo devozionale laicale, si ricordano: la confraternita del S. Cuore di Gesù (1845), la Pia unione contro la bestemmia (1858), la Confraternita del Sacro Cuore di Maria (1874) e la Congregazione dei Terziari francescani (1875).
La parrocchia entrò a far parte del Patriarcato di Venezia il 14 febbraio 1927 in seguito alla bolla di Pio XI «Ob nova praesentis temporis adiuncta» che decretò il passaggio di quasi tutta la zona del Mestrino dalla diocesi di Treviso a quella lagunare, adeguamento ecclesiastico al piano governativo volto alla creazione di una grande Venezia metropolitana. Nel corso della seconda metà del secolo il rapido sviluppo urbano e demografico di Mestre comportò lo smembramento del territorio parrocchiale, dando origini a sette nuove parrocchie.
Attualmente la parrocchia di Santi Gervasio e Protasio di Carpenedo è affidata a un arciprete di nomina patriarcale ed è afferente al vicariato di Carpenedo del Patriarcato di Venezia.
Bibliografia
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G. GALLICCIOLLI, Cenni storici antichi e moderni sacri e profani sopra la villa e la Parrocchia di Carpenedo, a cura di T. ZANATO, Venezia 1984, p. 131.
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Fonti
Archivio storico del Patriarcato di Venezia, Curia patriarcale di Venezia. Sezione moderna, Parrocchie, bb. 62/1.
Complessi archivistici
- Parrocchia di Santi Gervasio e Protasio in Carpenedo di Venezia
(1565 dicembre 13 - 1963)
Fondo, livello 2
Compilatori
- Prima redazione: Davide Trivellato - Data intervento: 31 dicembre 2007
- Revisione: Annamaria Pozzan - Data intervento: 03 luglio 2019
Link risorsa: https://archivista-icar.cultura.gov.it/creators/1846