Parrocchia di San Pietro e Santa Caterina in Mazzorbo ( 1819 ottobre 6 - )
Tipologia: Ente
Tipologia ente: Ente ecclesiastico
Altre denominazioni:
- Parrocchia di San Michele arcangelo di Mazzorbo
- Parrocchia di San Michele arcangelo e Santa Caterina di Mazzorbo
- Parrocchia di Santa Caterina di Mazzorbo
- Parrocchia di Mazzorbo
Condizione: <span class="translation_missing" title="translation missing: it.EC">Ec</span>
Sede: Venezia
Profilo storico / Biografia
La Parrocchia di San Pietro e Santa Caterina risale al 1819 ed è attualmente l’unica parrocchia dell’isola di Mazzorbo, divisa nei secoli passati in cinque parrocchie: San Michele arcangelo, San Stefano protomartire e Santi Cosma e Damiano (quest’ultime soppresse rispettivamente già nel 1393 e nel 1449 e unite a San Michele) nella parte occidentale dell’isola; San Pietro e San Bartolomeo (la prima matrice dell’isola, soppressa nel 1810; la seconda soppressa il 6 luglio 1633 e unita a San Pietro) nella parte orientale. La parrocchia odierna è il risultato dell’accorpamento avvenuto nel 1810 delle parrocchie di San Michele arcangelo e di San Pietro. Nel corso dell’Ottocento la dedicazione subì diverse modifiche in quanto nel 1819 la parrocchialità venne trasferita alla chiesa del monastero benedettino femminile di Santa Caterina di Mazzorbo (soppresso nel 1806) e quindi l’intitolazione a Santa Caterina prima si aggiunse e poi si sostituì a quella di San Michele, e alla fine del secolo si unì la seconda dedicazione a San Pietro, in memoria dell’antica chiesa matrice dell’isola.
La Parrocchia è di fatto la traslazione senza soluzione di continuità della Parrocchia di San Michele arcangelo dell’antico episcopato di Torcello, risalente al secolo XII e affidata a un pievano eletto per giuspatronato laico, secondo la consuetudine lagunare veneta, con il titolo di parrocchia semplice in quanto non collegiata. Era una parrocchia povera, di appena 100 abitanti in età moderna; secondo la visita pastorale del vescovo di Torcello Giacomo Vianoli, celebrata il 9 agosto 1682, risultava arduo trovare un sacerdote disposto a diventarne parroco per l’estrema povertà del beneficio e la mancanza della casa canonica. Tale situazione venne lamentata pure dal parroco Gasparo Simoni che il 20 gennaio 1692 denunciò lo stato di indigenza in cui versava la chiesa di Mazzorbo al podestà di Torcello insieme al confratello Domenico Rocchi parroco di San Pietro.
La Parrocchia entrò a far parte del Patriarcato di Venezia e compresa nella forania di Torcello, in esecuzione della bolla «De salute dominici gregis» di papa Pio VII del 1 maggio 1818 che sancì la soppressione canonica dell’antica diocesi di Torcello e la conseguente incorporazione del territorio diocesano nel Patriarcato di Venezia.
La chiesa parrocchiale attuale, come accennato, era annessa al monastero di Santa Caterina, uno dei quattro monasteri benedettini femminili di Mazzorbo, fondato nel 783 e soppresso col decreto del Regno italico 28 luglio 1806 e poco dopo demolito, ma risparmiando la chiesa romanica del secolo XIII. Questa divenne chiesa parrocchiale in quanto quella di San Michele versava in cattive condizioni ed era insufficiente ad accogliere i fedeli dell’intera isola; il 3 agosto 1819, quindi, il direttore del Demanio provinciale Vincenzo Barbaro, il delegato del cancelliere Antonio Berti e il sindaco di Burano Antonio Dinon concordarono la consegna della chiesa di Santa Caterina al Comune di Burano, che si impegnava ad adeguarla alle esigenze di culto della popolazione di Mazzorbo, permutandola con quella di San Michele arcangelo stimata di minor valore. Per tale ragione la Fabbriceria parrocchiale si impegnò a pagare la differenza con le elemosine dei fedeli. La chiesa di Santa Caterina fu riconsacrata dal vescovo di Udine Emanuele Lodi il 6 ottobre 1819, mentre quella di San Michele venne demolita, risparmiandone il campanile, ancor oggi esistente.
La visita pastorale di patriarca Ladislao Pyrker nel 1821 attesta una piccola parrocchia di un centinaio di abitanti, quasi tutti ortolani e vignaioli molto devoti, dotata di una chiesa parrocchiale ben provvista di arredi sacri. Una situazione analoga si riscontra anche nella visita di patriarca Jacopo Monico nel 1829 che riferisce della presenza di un economo spirituale e della mancanza di rendite della fabbriceria che costringeva il parroco a sostenere le spese della chiesa con il suo modesto beneficio.
Attualmente la Parrocchia di San Pietro e Santa Caterina di Mazzorbo – comprendente l’omonima isola e le isole di Madonna del Monte, San Giacomo in Paludo, Buel de Lovo, Batteria Carbonera – è affidata a un parroco di nomina patriarcale (il giuspatronato laico cessò nel 1950) ed è afferente al vicariato di Cannaregio-Estuario del Patriarcato di Venezia.
Bibliografia
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Fonti
Archivio di Stato di Venezia, Podesta di Torcello e contrade, b. 575.
Archivio storico del Patriarcato di Venezia, Curia patriarcale di Venezia. Archivio ‘segreto’, Visite pastorali, reg. 48.
Archivio storico del Patriarcato di Venezia, Curia patriarcale di Venezia. Sezione moderna, Parrocchie, b. 45.
Parrocchia di San Pietro e Santa Caterina di Mazzorbo, Venezia, Parrocchia di San Pietro e Santa Caterina di Mazzorbo, Scritture diverse, fasc. 4.
Complessi archivistici
- Parrocchia di San Pietro e Santa Caterina in Mazzorbo di Venezia
(1692 giugno 25 - 1966)
Fondo, livello 2
Compilatori
- Prima redazione: Davide Trivellato - Data intervento: 31 dicembre 2007
- Revisione: Annamaria Pozzan - Data intervento: 04 febbraio 2019
Link risorsa: https://archivista-icar.cultura.gov.it/creators/1782