Parrocchia di San Paterniano ( sec. XI ? - 1810 )

Tipologia: Ente

Tipologia ente: Ente e associazione della chiesa cattolica

Altre denominazioni: Parrocchia di San Paternian

Condizione: <span class="translation_missing" title="translation missing: it.EC">Ec</span>

Sede: Venezia

Profilo storico / Biografia

La tradizione fa risalire l’edificazione della chiesa di San Paterniano ai decenni finali del IX secolo, per iniziativa in particolare della nobile famiglia Andrearda, che avrebbe fatto innalzare un tempio in legno sul luogo ove già si venerava l’immagine del santo vescovo e protettore di Fano, da poco trafugata e portata a Venezia. Fatta successivamente parrocchia, essa fu ampliata nel beneficio per concessione del doge Pietro IV Candiano, che negli anni ‘70 del 900 fece dono al pievano di San Paterniano di alcuni immobili per il suo sostentamento. Rifabbricata più volte a causa di ripetuti incendi, la chiesa fu definitivamente ricostruita dopo l’ennesimo sinistro del 1437. Soppressa la parrocchia con i decreti ‘eversivi’ napoleonici emanati nel 1807, il suo territorio fu inglobato in quello della parrocchia conservata di San Luca evangelista; la chiesa, chiusa al culto e ridotta a magazzino, fu definitivamente abbattuta nel 1871.
La chiesa risulta essere collegiata già nel 1343, quando Pietro Talonicco, pievano di San Paterniano e successivamente vescovo di Jesolo, lasciava in eredità tutti i suoi beni alla parrocchia da dividersi in parti uguali fra i poveri, la fabbrica e il capitolo della stessa. Tale capitolo, composto da 4 titolati – come risulta da una controversia sorta nel 1430 per innalzare il numero dei titolati a 5, conclusasi con la revoca del nuovo titolo per la tenuità delle rendite del capitolo – in origine amministrava solidarmente i beni patrimoniali del beneficio, condividendo gli impegni della cura d’anime e la cura pastorale per i poveri e gli infermi esercitati dal pievano. Con il tempo, tuttavia, scemati progressivamente lo spirito di condivisone e gli obblighi di vita comunitaria del capitolo, ripartito lo stesso patrimonio comune in masse proporzionate ai titoli assunti dai canonici, il peso della cura delle anime e dell’amministrazione dei sacramenti rimase affidata al solo pievano o parroco, assistito talora da un sacrista, cui spetterà in seguito di collaborare con il parroco nella regolare tenuta dei registri canonici e delle messe officiate.
La parrocchia era affiliata in antico alla chiesa matrice di San Silvestro I papa, con obbligo, da parte del rettore, di confluire il sabato di Pasqua presso tale chiesa «pro ipso baptismo et cereo ac novo igne benedicendis», la stessa doveva inoltre corrispondere tributi di varia natura stabiliti dalle antiche consuetudini.

Bibliografia
F. CORNER, Notizie storiche delle chiese e dei monasteri di Venezia e di Torcello, Padova 1758 (rist. anastatica Bologna 1990), pp. 214-216.
G. TASSINI, Curiosità veneziane, Venezia 1915, p. 492.
F. CORNER, Ecclesiae Venetae antiquis documentis nunc etiam primus editis illustratae ac in decades distributae, Venetiis 1749, vol. XII, pp. 259 e segg.
G. CAPPELLETTI, Storia della Chiesa di Venezia dalla sua fondazione sino ai nostri giorni, Venezia 1851, II, p. 401.
G.B. GALLICCIOLLI, Delle memorie venete antiche, profane ed ecclesiastiche, Venezia 1795, III, pp. 14, 20.

Complessi archivistici

Compilatori

  • Prima redazione: Ermanno Orlando - Data intervento: 31 dicembre 2001
  • Revisione: Annamaria Pozzan - Data intervento: 16 giugno 2019